Abbassare le aspettative al livello dei piedi, posarli concretamente al suolo, schiacciarci sotto qualche vana speranza, zittire il giudice severo che alberga nel proprio cervello e vorrebbe lenzuola pulite tutte le mattine per nuovi letti in cui sognare, scivolare lisci lisci sopra ad una saponetta di ovvietà, frasi fatte, chiacchiere sul freddo e la politica che non funziona, non sentire, non cercare, non provare, non toccare, non annusare, non registrare. Stare starandosi dall'impossibile. Che non esiste. Come è tutto così normale e facile sulla superficie,e se qualcuno mi chiedesse mai un viaggetto ad un gradino più sotto, verso la profondità, organizzare veloci la fuga e far sparire le tracce.
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