Mi venivano delle fami assurde alla mattina (roba che non è mica tanto mutata con il tempo) e tenevo sotto al banco delle sleppe di focaccia della Bulla, adorabilmente bigiunte, alternandole a quella dolce, con lo zucchero tutto incastonato nei forellini. Attaccavo a scartocciare la merenda con le mani infilate sotto al banco, inzaccherandomi di olio o zucchero mani faccia libri e quaderni, ma la cosa più bella è che ero convinta che la maestra non se ne accorgesse.
E lei, amorevole cuore di mamma, sorrideva e non diceva nulla.
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